Passante Ferroviario | Il 30 Dicembre sarà attivato il raddoppio tra Palazzo Reale – Orleans e Palermo Centrale

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La fermata Palazzo Reale Orleans è stata negli ultimi mesi sede di lavori di importanti sia dal punto di vista strutturale, sia per quanto riguarda gli impianti di sicurezza e segnalamento.

Dal punto di vista strutturale si è cercato di tamponare le copiose perdite d’acqua che avvenivano all’interno della fermata anche dopo piccoli fenomeni temporaleschi.

Sono stati ripristinati i sottopassaggi che collegano i due binari e sono stati rimessi a nuovo i locali tecnici e i bagni.

Ultima, ma non per importanza, sarà l’attivazione di giorno 30 dicembre, quando verrà messo in esercizio il secondo binario tra Palazzo Reale – Orleans e Palermo Centrale, si tratta infatti di un collegamento da tempo strutturalmente realizzato, ma per scarso materiale rotabile, mai attivato.

Adesso con la riapertura della linea e l’aumento dei convogli in transito, i lavori erano indispensabili.

Infatti tutti i convogli che giungono a Orleans prima di poter giungere alla stazione centrale dovevano attendere la coincidenza. Coincidenza che spesso comportava ritardi e disagi per gli utenti.

Con quest’attivazione questo “tappo” viene di fatto eliminato.

Rimane quindi a singolo binario la tratta Palazzo Reale – Orleans / Palermo Lolli, in attesa dei lavori di Vicolo Bernava e la tratta Palermo Notarbartolo / Palermo Francia in attesa del completamento dei lavori di attrezzaggio alla galleria scavata dalla talpa meccanica “Marisol”

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48 Thoughts to “Passante Ferroviario | Il 30 Dicembre sarà attivato il raddoppio tra Palazzo Reale – Orleans e Palermo Centrale”

  1. Metropolitano

    Buone Feste.
    Chissà perchè parlano del 2022 per i lavori relativi al vicolo Bervava e al relativo raddoppio, guarda caso quando termina il mandato di quel buffone. Ergo tre anni di attesa per uno scherzetto, uno scavo di 58 metri, è un’autentica presa per i fondelli verso i cittadini. Solo con il raddoppio completato ci saranno tutti quei treni.

    1. peppe2994

      E’ un appalto di RFI, Orlando non c’entra NIENTE.

      Le lungaggini sono dovute alle cause e controcause giustissime dei proprietari degli appartamenti, in merito alla cessione ad RFI.
      un giorno forse riuscirai a capirlo, fino ad allora mi dispiace per te ed il tuo ragionare con il paraocchi e per pregiudizi.
      Più ti viene sottolineato più continui a vivere tra le nuvole.

      L’unica cosa che dovrà fare il sindaco, quando RFI sarà pronta, è l’ordinanza di chiusura al traffico della strada. Questa è tutta la sua responsabilità, una cosetta che si fa in due giorni.

      1. marcus

        Grazie Peppe,
        io sono stanco di rispondere sempre con le solite cose, mi fa piacere vedere che qualcuno ha ancora la forza di fare notare che esistono responsabilità ma che vanno circostanziate e addebitate ai soggetti corretti e non sparate a raffica o a convenienza

      2. Metropolitano

        Ma che dici ? RFI vuole concludere il raddoppio, ma deve avere l’autorizzazione del Comune per demolire le palazzine e chiudere la strada per i lavori. Pensate quello che volete ma per me attendere altri tre anni per 58 metri di binario non ha senso. Cosa volete farmi credere ?!? Quelli della SiS hanno delle scadenze di tempo, ampiamente non rispettate, ma se qualcuno vacilla, cosa ci possono fare ? Cosa dovrei credere io secondo voi illustri ?

  2. huge

    Non c’entrano né Orlando né gli espropri.
    E’ tutto fermo a causa del contenzioso tra RFI e SiS. Quest’ultima ha rescisso il contratto e si è rifiutata di procedere con le demolizioni.
    Gli espropri non c’entrano nulla. Sono già stati fatti. Gli eventuali contenziosi dei vecchi proprietari non possono fermare le demolizioni. Riguardano unicamente le cifre offerte da RFI, non l’esproprio in sé, che non può essere bloccato, visto il tipo di opera in questione.
    Tutte le autorizzazioni di Comune e Regione sono arrivate da tempo, per cui anche lì nessun problema.

  3. moscerino

    Bravo huge, sei stato chiaro, le operazioni di demolizioni vanno eseguite dalla Ditta che prenderà in appalto la realizzazione della struttura. Le azioni legali legate ad un problema pecuniario non riguardano la realizzazione stessa, ma il tribunale.
    Piuttosto le opere che non andranno realizzate per mancanza fondi, quali Stazione Lazio e Stazione Kennedy a Capaci, queste sono opere per le quali occorrerà un rifinanziamento e sono necessarie tanto quanto.
    Dopo aspettiamo la realizzazione delle opere destinate a corollario della PFP, strade sovrastruttura, tram e bus di collegamento fra il quartiere dove ricade la fermata e la fermata stessa, i parcheggi multipiano e la rete di metropolitana vera e propria.

  4. pittonic

    Fabio…non dici se questo sarà correlato ad un aumento del numero delle corse e se viene confermata la vostra previsione di qualche tempo fa. Eppoi grazie Huge! infatti non capisco come mai i riflettori dell’opinione pubblica non siano rivolti ai motivi della rescissione unilaterale del contratto da parte di SIS e al conseguente iter del nuovo appalto. Cioè di come la nostra città intende fare quei lavori che la SIS ha lasciato in tredici. Chiaramente anche sentire la voce di SIS (e di un legale) non sarebbe male…

  5. Valerio

    Purtroppo la fermata di viale Lazio non si farà piu’. A questo punto occorrerebbe scavare dalla superficie bloccando chissà per quanto tempo l’incrocio tra viale Lazio e Viale delle Alpi. Ho sentito che i residenti della zona stanno già creando un comitato civico per opporsi, così come fecero per lo scavo in trincea del passante, riuscendo a impedirne la realizzazione. Visto quello che sta accadendo per gli altri grossi appalti non posso dargli torto!!! Basti pensare che l’anelletto ferroviario verrà certamente bloccato per i gravissimi danni subiti da una trentina di palazzi vicino al porto, Camera di commercio inclusa, a causa del blocco di una falda acquifera (ancora una volta…) che non ha più sbocco a mare e sta allargando scantinati e fondamenta….

    1. Orazio

      Non è così ma se così fosse, loro ci perdono…

    2. Palerma La Malata

      Vedi fabio77?
      Il tuo averlo nominato “Anelletto” alcuni anni fa ha preso piede ed è ormai entrato nel linguaggio comune.
      Bravo fabio77!

      1. fabio77

        😀
        E’ stata un felice, estemporanea, illuminazione gastronomica, che, evidentemente, ha colto nel segno.

        1. Orazio

          AIn effetti al giorno d’oggi quando si semina sfiga si ha sempre unenorme successo. Ma resta preferibile seminare positività.

          1. fabio77

            La vita è fatta anche di sana ironia, per chi l’apprezza.

          2. Palerma La Malata

            Fabiooooo…calminooo…Fabiooo!
            Non dire la parola “ironia” in presenza di Orazio che è anziano e rischi di agitargli l’intestino già sovraccarico di cibo e alcool Natalizio!

        2. Orazio

          A me parli d’ironia? Esiste ironia costruttiva e ironia distruttiva. Ma non era per te, è il mondo che di recente va così. Invece del tram prendo il bucatino e invece del bus il maccherone, tu hai il tuo anelletto e così ridiamo tutti.

    3. filotramviaria

      Gli abitanti di via Lazio hanno gia’ ROTTO IL CA**O a suo tempo e PER COLPA DEI LORO IDIOTI COMITATI si e’ ritardata l’apertura del passante ferroviario.
      Adesso la stazione Lazio NON SI DEVE FARE ASSOLUTAMENTE ! altrimenti ricominciano! Stiano a marcire dentro le loro automobili maledette!

  6. Valerio

    Ci perdiamo tutti, ma visto quello che sta succedendo capisco che i residenti abbiano il timore di un appalto infinito. Per l’anelletto cosa dire. Passerà alla storia. Opera concepita malissimo, incompiuta e che ha provocato e provocherà danni enormi (diversi esserci commerciali hanno già chiuso a causa dei Cantieri). Peggio di così…..

  7. Normanno

    Sono d’accordo sull’anelletto,un vero incubo che sembra non avere una data di fine e con vantaggi finali in fondo limitati.Se ci fosse un modo per utilizzare il lavoro fatto (????) sarebbe meglio chiudere il lavoro e non parlarne più.Comunque anche se sono un sostenitore delle metropolitane è un’ulteriore prova che non ci sono reali alternative alle sette linee del tram in progettazione. In realtà già gli arabi avevano capito che sotto Palermo correva molta acqua e avevano creato i quanat per incanalarla.Forse siamo noi che non conosciamo come è fatta Palermo sotto e a volte neanche come è fatta sopra.

    1. Normanno

      A vicolo bernava per una falda acquifera hanno fermato i lavori per anni,chiesto la consulenza di un luminare del politecnico di torino,non si sa se e quando termineranno i lavori.
      Se il problema era di facile soluzione, a parte che bisognerebbe dare la patente di incapaci a tutti i tecnici che hanno operato in questa situazione,perchè non si propone Lei per risolverlo non fosse altro per concludere questi lavori decennali del passante con un bel doppio binario esteso a tutta la tratta (sogno proibito del palermitano medio),se non c’e la di già , le darebbero sicuramente la laurea di ingegneria ad honorem

    2. Normanno

      Come sempre dati alla mano:
      Copia incolla:

      La giungla del sistema degli appalti miete un’altra “vittima” eccellente: il Raddoppio del Passante Ferroviario di Palermo. Opera faraonica da oltre un miliardo di euro.

      Dopo ben 10 anni di lavori e innumerevoli ritardi, la Sis – il consorzio italo spagnolo che nel 2008 avviò i cantieri – ha ufficialmente deciso di gettare la spugna: troppi extra-costi che sforano il prezziario di dieci anni fa. Troppe varianti, troppi imprevisti, troppa burocrazia. Ennesimo smacco per una città martoriata da cantieri infiniti.
      Su tutte, pesa come un macigno l’incredibile “svista” relativa al tappo di vicolo Bernava: un fiume di acqua e fango sotto il Tribunale impedisce da 2.322 giorni (più di 6 anni: era il 10 giugno 2012) di completare la galleria.
      Svista che per il Comune di Palermo è un chiaro errore progettuale dei tecnici di Italferr, che all’epoca stilarono il progetto. Il sindaco Leoluca Orlando più volte ha ribadito: «I progettisti si sono dimenticati che c’è il fiume Papireto sotto al Tribunale. Bastava che il progettista delle Ferrovie chiedesse alla zia Pippina che abita lì notizie sul Papireto, e gli avrebbe risposto: “Qua l’acqua c’era e c’è sempre stata”», riferì nella nostra intervista pre-elezioni Comunali 2017.
      Di diverso avviso invece RFI, che lo ha bollato come “imprevisto geologico”.
      L’unica cosa certa è che prima dello scavo quegli edifici tra via Serpotta, via Pacini e vicolo Bernava (zona Olivuzza) erano integri e senza crepe. Adesso invece le crepe sono evidenti, gli edifici sono sgomberati dalla Protezione civile e i proprietari sono stati costretti ad abbandonare le case e venderle a prezzi stracciati (visto il mercato immobiliare in crisi).
      Fu chiamato persino un luminare in gallerie a livello internazionale: il prof. del Politecnico di Torino, Giovanni Barla. La sua consulenza esterna (dai costi ancora ignoti) ha certificato che l’unica soluzione possibile per ultimare l’opera da 1,2 miliardi di euro fosse quella di buttare giù i 5 palazzi coinvolti; successivamente scavare sottoterra, drenare la falda, costruire il “tappo di fondo” della galleria e richiudere il tutto, realizzando anche un giardino. Per un costo che si aggira sui 18 milioni di euro (finanziati da chi? ah saperlo!). Intanto gli anni passano, ma su quei 58 metri finora non v’è traccia delle demolizioni promesse. Così nel 2017 su ordine del Gip Filippo Serio, la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro preventivo dell’area di cantiere, ritenuta pericolosa.
      Successivamente RFI rivelò a ilSicilia.it (LEGGI QUI) che la consulenza del Prof. Barla «è stata richiesta, e quindi retribuita, dal Contraente Generale», ovvero la Sis. Questa, insieme alla variante da 18 milioni, potrebbe essere stata la molla che ha spinto il colosso italo-spagnolo a dichiarare perdite in questo appalto, per oltre 100 milioni e a richiedere una Ctu al Tribunale di Roma. Da qui, l’annuncio dei licenziamenti a tappeto e l’addio all’appalto, completo oggi al 90%.

      1. belfagor

        Mi fa piacere che qualcuno ricorda un mio vecchio articolo pubblicato sulla bacheca di “ MOBILITA PA “il 21 ott 2018 dal titolo “LA SCANDALOSA VICENDA DEL RADDOPPIO DEL PASSANTE FERROVIARIO DI PALERMO”
        Alla fine dell’articolo ho voluto riassumere la grottesca vicenda “ Dopo 10 anni, costi lievitati a dismisura, un buon tratto a binario singolo, stazioni esteticamente discutibili , ascensori ancora non funzionanti, niente fermata Capaci, niente fermata Belgio, niente fermata Imera, niente fermata Lazio, lavori da riappaltare in vicolo Bernava e decine di famiglie con le case inagibili e pericolanti e decine di strade chiuse al traffico.
        E tutto questo per cosa? Per arrivare in aeroporto in 1 ora e 10 minuti, quando prima bastavano 45 minuti , stazioni che sembrano cattedrali nel deserto e il biglietto che è lievitato a 5,90 euro, mentre prima costava 4,50.”
        COMPLIMENTI !!!!

    3. huge

      Non è per nulla vero. A Palermo si potrebbe realizzare una metro così come la si realizza in qualsiasi altro posto. Il sottosuolo palermitano è caratterizzato da falde acquifere né più né meno di centinaia di altre città, in tante delle quali le metropolitane sono state realizzate senza che finisse il mondo.

      Vi faccio notare che è stata appena completata la galleria Notarbartolo – Belgio che per tutta la sua parte centrale (via delle Alpi da via p.pe di Paternò in poi) era TOTALMENTE immersa in falda. Differenza con vicolo Bernava? Che qui è stata impiegata una TBM, mentre sotto vicolo Bernava si scavava con martelloni pneumatici ed escavatori. Mentre la TBM fa da scudo al fronte di scavo, mantenendo la pressione ed isolando la galleria retrostante, ciò per ovvi motivi non avviene con i mezzi tradizionali, cosicché quando si becca una falda succede quel che abbiamo visto sotto vicolo Bernava.

      Il problema dunque non è il tipo di sottosuolo, ma le tecniche utilizzate per scavare.
      Oggi si possono realizzare tunnel in praticamente qualsiasi condizione, basta fare le scelte corrette.

      In vicolo Bernava la scelta è stata, con tutta evidenza, sbagliata (capire come mai è tutto un altro discorso). Se avessero impiegato la TBM anche lì, non solo il tunnel oggi sarebbe completo, ma non ci sarebbero neanche stati i cedimenti degli edifici in superficie.
      E dire che l’uso della TBM era la tecnica inizialmente prevista, che fu poi abbandonata a seguito di una delle tante varianti al progetto originale.

      Ripeto, affermare che sotto Palermo non si possano realizzare tunnel è assolutamente scorretto. Ed è ancora più scorretto diffondere questa credenza infondata, basata su “voce di popolo”, senza alcun fondamento scientifico.

  8. augustedupin

    Faccio ancora notare, scusate se mi ripeto, che a Napoli, che ha un sottosuolo non meno complicato di quello di Palermo, la metropolitana l’hanno fatta. E che metropolitana! dal Vomero, in quota, si arriva dentro la stazione centrale in venti-venticinque minuti, al costo di un euro e venti centesimi. A Palermo si è semplicemente deciso diversamente, per motivi che non voglio indagare.

  9. Valerio

    Non ci sono problemi di natura geologica. Le metropolitane si fanno in tutto il mondo. Ci mancherebbe. Magari da noi occorrerebbero accorgimenti particolari e forse costi maggiori. Ma le attuali tecnologie consentono eccome di scavare nel sottosuolo di Palermo. In quest’ultimo caso (mi riferisco allo scavo dell’anelletto zona porto) temo si tratti dell’ennesimo errore.

    1. Normanno

      Sono d’accordo con Lei,tecnicamente con le tecnologie odierne si può risolvere qualunque problema del sottosuolo,ma facendo lievitare i costi a volte in maniera considerevole e questo non è un dettaglio da poco conto.
      Anche in via barnava non è che non ci fosse la soluzione tecnica immediata il problema è che ha mandato in palazzo (visto il periodo natalizio di sette e mezzo) il budget della società fornitrice.Prima bisognerebbe fare un’attenta indagine geologica preliminare,vedere a quanto ammonta il costo dell’opera e poi metterla a gara, ma questo non sempre si fa a quanto sembra.

      1. huge

        Infatti l’analisi geologica era stata fatta (cosa obbligatoria). Evidentemente le conclusioni dell’indagine preliminare si sono rivelate errate. Perché? Impossibile dirlo dall’esterno, senza potere guardare i dettagli delle indagini condotte. Di certo degli errori ci sono stati, o non ci troveremmo in queste condizioni.

        Come ho già avuto modo di scrivere, se si fosse impiegata una TBM anche per la galleria Notarbartolo – Imera non ci sarebbero stati problemi di sorta e oggi ci troveremmo con un doppio binario già attivo, altro che lavori interrotti ed edifici da demolire.

        Faccio tra l’altro notare che se si fosse sin dall’inizio deciso d’impiegare la TBM da Imera fino a Belgio, usandola per entrambe le gallerie e non solo per la Notarbartolo – Belgio, i costi sarebbero certamente stati inferiori a quanto speso finora! Altro che costi maggiori.

        1. Normanno

          Non ho elementi sufficienti per poter confutare la sua tesi che con la TBM il problema della falda acquifera non sarebbe emerso anche se sinceramente ho più di un dubbio perchè significherebbe dire che trivellando con la TMB non ha importanza la situazione geologica e gli eventuali imprevisti sarebbero in ogni caso superati (e allora perchè non adottare sempre questa soluzione),ma di sicuro concorderà con me che o per errore o per sfortuna ma di sicuro ogni volta che si prova a bucare qualcosa sotto Palermo (passante,anelletto,collettore fognario di via roma ecc.) qualcosa va sempre storto e bisogna aspettare tempi bilici per finire i lavori.Sono tutti incapaci i tecnici alle nostre latitudini?,una maledizione divina impedisce di scavare? Mi piacerebbe vedere un opera che preveda scavi che finisse nei tempi e nei costi prefissati a Palermo,da tempo non li vedo forse ad altre latitudini questo succede sicuramente.

          1. Normanno

            E non ho citato i lavori del foro italico di tre anni fa che hanno bloccato il traffico alla cala per anni interi e poi hanno fermato perchè credo abbiano trovato dei reperti archeologici,anche la per sfortuna lavoro non concluso secondo le previsioni.

          2. huge

            Mi elencheresti tutti questi tunnel che a Palermo non si è riusciti a scavare, a parte vicolo Bernava? Perché io ricordo solo le chiacchiere a matula di Orlando e le fake news che continuamente si diffondono in rete.

            Io al contrario ti ho fatto l’esempio di un tunnel appena realizzato, in gran parte immerso in falda, per cui non ci sono stati problemi di sorta.

            La TBM ha dei costi che possono essere ammortizzati solo con lo scavo di tunnel di una certa lunghezza. Non ha economicamente senso utilizzarle per tunnel di breve lunghezza.

            E sì, qualsiasi terreno potrebbe essere scavato mediante l’impiego di TBM.
            Ne esistono di vari tipi, adatte a differenti tipi di terreno.

        2. filotramviaria

          scusi, ma allora perche’ non hanno fatto come dice lei ?
          a mio modesto parere perche’ sono incompetenti .

    2. Normanno

      Ma errore da parte di chi?

    3. filotramviaria

      Allora vuol dire che qui a Palermo NON SONO CAPACI DI COSTRUIRE UNA METRO SOTTERRANEA: sia che gli incapaci siano stati del luogo o siano venuti da fuori; non cambia niente.Prima 40 famiglie di via Bernava hanno perso IL BENE PIU’ PREZIOSO: la loro casa.Adesso altre famiglie in via Crispi hanno avuto danni da ALLAGAMENTO causati da ALTRI INCAPACI. BASTA CON LE METROPOLITANE ! si completi il raddoppio del passante che FORSE hanno capito come fare ad aggirare l’ostacolo di via Bernava,oppure lo si lasci a semplice binario da PALAZZO REALE a NOTARBARTOLO.Ma non si metta mai piu’ mano ad altri lavorio del genere! La costruzione di 4 linee tranviarie e’ stata fatta in pochi anni e soprattutto NON HA CAUSATO DANNI !!! Anzi Ha GIUSTAMENTE tolto spazio e parcheggi abusuivi alle automobili.NON SI FACCIA MAI LA STAZIONE DI VIA LAZIO!!! sara’ il giusto castogo per coloro che a suo tempo ruppero le scatole coi loro comitati del CA**O !!!

      1. filotramviaria

        e Aggiungo che con questa novita’ dell’allagamento si blocchera’ il MALEDETTO anello e piazza Castelnuovo e parte di via E.Amari resteranno uno SCHIFO IGNOBILE per decenni.Mettete pure pollice contro,ma la realta’ e’ questa.

      2. Palerma La Malata

        “La costruzione di 4 linee tranviarie e’ stata fatta in pochi anni”…?
        Ehm…ehm…8 anni per la precisione, dal 2007 al 2015.
        In altre città, in 8 anni costruiscono linee di metro tutte in sotterranea.

        1. Normanno

          In altre città appunto,qua tutto va moltiplicato per il fattore quattro cioè due anni significano otto a Palermo.Confido nel fatto che per le nuove linee del tram sia stato fatto un lungo lavoro di progettazione dallo studio di ingegneria di Ruggero Cassata con rilievi sul sottosuolo accurati per evitare sorprese.Gran parte dei problemi del dopo nascono perchè non si fa bene prima la fase di progettazione e la fase di appalto, con penali per i ritatdi e regole ferree, quello che si deve fare.Poi se sono incapaci anche i colleghi dello studio Cassata allora addio,ma sono molto fiducioso.Far seguire i lavori a chi ha fatto la progettazione è sempre un’ottima mossa.

        2. filotramviaria

          Esatto: in 8 anni HANNO COSTRUITO E ATTIVATO 4 linee di tram DICO QUATTRO,mentre in 20 anni hanno solo devastato via Crispi,via E.Amari,piazza Castelnuovo ……PER NON COSTRUIRE NIENTE! E con gli ultimi allagamenti dei fabbricati di via Crispi chi sa se questi lavori si completeranno…….e ancora parlate di metro sotterrata!

          1. Palerma La Malata

            filotramviaria,
            ho appena trovato un pelo nell’uovo: sono 4 linee solo nella nomenclatura ma fisicamente sono invece 3 linee.
            Le linee 2 e 3 sono una sola linea da FS Notarbartolo a Michelangelo-Castellana, dopodichè c’è una diramazione ovest con 3 fermate (Modica, Piazza Santa Crisitina e Piazza Armerina-San Paolo) che è stata chiamata Linea 2 e una diramazione nord con 2 stazioni (Michelangelo, CEP) che è stata chiamata Linea 3.
            Essendo queste diramazioni assai brevi e con pochissime fermate in altre città che conosco una linea del genere sarebbe stata chiamata Linea 2 e le due diramazioni, 2A e 2B, oppure Linea 9 e le due diramazioni 9A e 9B, oppure linea 14 e le diramazioni 14A e 14B.

  10. Orazio

    A volte a furia di scrivere e parlare si perde di vista il senso di marcia. Il 30 dicembre attiveranno il doppio binario tra Orleans e Centrale. Speriamo che i tempi vengano contratti al punto da evitare la quasi mezz’ora di attesa alla centrale per prendere i regionali lenti per Termini Imerese. Al momento il treno per la Centrale sta fermo 3/4 minuti a Lolli ed altrettanti ad Orleans. Speriamo che i tempi vengano corretti in corso di vigenza di orario.

    Poi a Palermo si possono fare tutte le metropolitane che si vogliono, solo che non hanno scelto di farle.

  11. donn

    di fatto non e` cambiato nulla. I treni continuano ancora adesso a fare coincidenza a Orleans con l’attesa di almeno 5 minuti per il treno verso Palermo C.le. Rimango ancora una volta deluso come lo ero un mese fa quando dopo gli orari invernali non ci sono stati cambiamenti significativi per gli utenti quotidiani del passante ferroviario.

    1. Orazio

      Hanno detto che gli operativi cambieranno da marzo con riduzione dei tempi di percorrenza.

      1. donn

        non capisco perche` non cambiare gia` da Gennaio, mi pare che la gestione sia molto improvvisata. Il treno locale che serve Roma con Fiumicino passa ogni 15 min e serve diverse stazioni lungo una distanza di circa 30 km, dalla citta` impiega circa mezz’ora per arrivare in aeroporto. Non capisco perche` qui almeno tra Punta Raisi e Notarbartolo non debba esserci qualcosa di simile.

        1. Veramente il collegamento Aeroporto Fiumicino – Roma Termini (Leonardo Express) impiega 32 minuti ma non effettua nesuna fermata intermedia.

          1. peppe2994

            No, si riferisce al collegamento regionale lento, Fiumicino-Tiburtina, che è l’equivalente del nostro passante.

          2. donn

            come notato da peppe2994 mi riferivo proprio al treno locale che fa ostiense – trastevere etc fino a fiumicino, 30 min di percorrenza.

  12. Metropolitano

    Secondo me la SiS ha voluto rescindere i lavori perchè il Comune non ha consentito a questa ditta di andare avanti. Non si spiegherebbe altrimenti (tipo RFI vuole mettere i bastoni fra le ruote la SiS o viceversa !?). Se RFI dice che i lavori possono proseguire non vedo perchè non debbano proseguire. Secondo me è il Comune a fare ostruzionismo a SiS nel non voler abbattere (a malincuore) le palazzine, e quindi anche ad RFI, come implica tutto ciò. Ora lo scontro è tra Comune ed RFI. O sbaglio ?

    1. peppe2994

      Sbagli. Il comune non c’entra niente. Ancora ci sono gli ultimi contenziosi in corso per le case.

      In ogni caso sono proprietà private. il comune deve solo fornire l’ordinanza di chiusura della strada. C’è sempre questa voglia irrefrenabile di tirare in ballo il comune che niente ha a che fare con questo appalto.

      1. Metropolitano

        Cioè, una ditta che aveva vinto l’appalto non puo espropriare per un contenzioso di due inquilini e quindi non puo attivare l’ultimo pezzo del passante ? Adesso mi domando quando l’esito si verrebbe a sapere…

        1. peppe2994

          No poi c’è l’altra questione.
          Il contenzioso SiS-RFI. L’appalto del passante è con i prezzi del 2006. Siamo nel 2019, quindi la SiS chiede altri soldi ed RFI non è che li elargisce… Si va avanti a cause e controcause. Tradotto, la SIS potrebbe andarsene, ed appalto tutto da rifare.

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